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Semprún, Jorge.

Scrittore spagnolo. Originario di una famiglia repubblicana (il padre, docente di Diritto all'università di Madrid, era tra i fondatori della rivista "Cruz y Raya", nonché corrispondente di "Esprit d'Emmanuel"), alla fine della guerra civile spagnola fu costretto a trasferirsi in Francia (1937), dove studiò Filosofia alla Sorbona. Entrato nella Resistenza francese durante l'occupazione tedesca, nel 1943 fu arrestato e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald, dove militò nella organizzazione comunista clandestina del lager. Al termine della seconda guerra mondiale, S. tornò a Parigi (1945), dove esercitò i mestieri di giornalista e di traduttore (in particolare presso l'UNESCO). Fervente anti-franchista, nel 1953 si trasferì clandestinamente a Madrid dove coordinò le attività di resistenza al regime del caudillo, vivendo per circa dieci anni sotto lo pseudonimo di Federico Sánchez. Nel 1963 S. esordì in ambito letterario con Il grande viaggio, opera autobiografica legata alla drammatica esperienza della deportazione, che gli valse il premio Formentor. Espulso dal Partito comunista spagnolo (1964), a cui aveva aderito fin dal 1939, da allora si dedicò quasi esclusivamente al lavoro di scrittore e sceneggiatore, tranne una breve parentesi dal 1988 al 1991, quando assunse la carica di ministro della Cultura nel Governo guidato dal socialista Felipe González. Come sceneggiatore S. collaborò con Alain Resnais (La guerra è finita, 1966; Stavisky, 1974), Constantin Costa-Gavras (Z. L'orgia del potere, 1968; La confessione, 1970; L'affare della sezione speciale 1975) e Joseph Losey (Le strade del Sud, 1978). Come scrittore pubblicò numerosi libri, gran parte dei quali in francese e, come già il libro d'esordio, dedicati a tematiche relative alla sua esperienza personale di deportato, di esiliato e di perseguitato politico, tra cui ricordiamo: La seconda morte di Ramón Mercader (1969); Autobiografia di Federico Sánchez (1978); Che bella domenica! (1980); Algarabie (1981); La montagna bianca (1986); Federico Sánchez vi saluta (1993); La scrittura o la vita (1994), in cui l'autore tornò a raccontare la sua storia di deportato nel campo di concentramento di Buchenwald; Tacere è impossibile (1996), dialogo con Elie Wiesel sugli orrori dell'Olocausto; Il ritorno di Carola Neher (1998). Vincitore del premio Nonino alla carriera (1999), nel 2005 S. pubblicò Vivrò col suo nome, morirà con il mio. Buchenwald 1944 e Vent'anni e un giorno (n. Madrid 1923).